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QUANDO LA SCIENZA VEDE E PREVEDE MOSTRI E FANTASMI.

  • Photo du rédacteur: Andrea
    Andrea
  • 12 mars 2023
  • 12 min de lecture

Dernière mise à jour : 23 mars 2023

Dubitate della scienza ma siete affascinati dalle teorie alternative o dagli exploit di veggenti, medium o astrologi? Siete impressionati dalla loro capacità di spiegare certi fenomeni di difficile comprensione, per cui forse la scienza non è esaustiva?


E se vi dicessi invece che la storia è piena di aneddoti dove la scienza è stata capace di fare predizioni simili a "profezie" ?


Buchi neri, onde gravitazionali, i pianeti Nettuno e Plutone, il bosone di Higgs, sono solo alcune delle scoperte scientifiche che sono state predette da calcoli teorici molti anni prima della loro evidenza sperimentale.


Ma allora quale chiave usare per interpretare i fenomeni naturali? La scienza o altre pratiche e teorie che poco hanno di scientifico?



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Se fate parte di coloro che guardano con insoddisfatto scetticismo alle conoscenze scientifiche, pensando che siano solo teorie incomprensibili, limitate e che non spiegano certi fenomeni nel modo in cui vorreste, ma magari siete affascinati dalle teorie alternative o dagli exploit di veggenti, medium, astrologi o altri fautori del campo dell’esoterismo, che vi offrono una chiave di lettura diversa e forse più seducente per interpretare certi fenomeni di difficile comprensione, allora, più di chiunque altro, vi invito a restare. Questo episodio, senza alcuna ironia o provocazione, è per voi.



LA SCIENZA PUÒ ESSERE PARANORMALE.


Immaginiamo di essere una sera in un bar, quando, appoggiati al bancone, incontriamo uno sconosciuto che ci racconta dell’esistenza di un qualcosa, diciamo un animale per farla semplice, che nessuno ha mai osservato in natura, e talmente strano da non poterne nemmeno sospettare l’esistenza. Ma questo sconosciuto, pur non avendo lui stesso mai visto questo animale, vi mostra dei calcoli che ne prevedono la presenza reale in natura e che ne descrivono nei minimi dettagli la morfologia, l’anatomia, il metabolismo e persino il comportamento.


Sul momento, la nostra reazione dipenderà dal numero di aperitivi che abbiamo alle spalle, ma soprattutto dalla nostra propensione a credere a cose… di dubbia natura.


Alcuni anni dopo veniamo a conoscenza del fatto che un nuovo strano animale è stato scoperto in una foresta perduta o in fondo agli abissi. Gli zoologi stanno discutendo sul nome da attribuirgli, e tutte le caratteristiche corrispondono al pelo a quanto predetto da quello sconosciuto anni prima.


Cosa penseremmo di lui? Di quali poteri straordinari lo riterremmo dotato?

Alcuni di noi resterebbero scettici e penserebbero che c’è un trucco, un complotto o che è semplicemente tutto troppo cazzuto per essere vero. Altri penserebbero che quel tale aveva il dono soprannaturale della veggenza, oppure era un messaggero divino, o magari che era venuto dal futuro come nella leggenda di John Titor.


E se vi dicessi invece che non era altro che uno scienziato? Un semplice uomo come noi, senza nessun potere straordinario se non quello della perseveranza nella ricerca e nello studio dei fenomeni della natura. Armato delle sue conoscenze scientifiche e di molti caffè, ha elaborato nell’arco di una vita di lavoro, una teoria i cui calcoli sembrano portare all’esistenza di fenomeni, forze o oggetti di cui non si ha, almeno per il momento, nessuna evidenza nella vita reale.


Al netto di un po’ di colore che mi sono permesso di aggiungere per rendere l’idea, quanto narrato non è una finzione, ed è anzi successo molte volte nella storia. Uomini e donne di scienza, hanno predetto l’esistenza di qualcosa tramite il calcolo o l’applicazione di teorie preesistenti. Qualcosa che è stato scoperto sperimentalmente solo molti anni dopo, ma che corrispondeva esattamente alle loro predizioni.



EINSTEIN, IL CHIAROVEGGENTE.

La teoria della relatività generale pubblicata nel 1915, fu una rivoluzione nel campo dell’astrofisica,

Ed in particolare, l’equazione perno di questa teoria, nota come l’equazione di campo di Einstein, descrive come la presenza di materia ed energia influisca sulla geometria dello spaziotempo, e come la curvatura di quest’ultimo attorno ad una massa generi il campo gravitazionale di un corpo celeste.


Ma quando una teoria di tale portata viene alla luce, succede spesso che, oltre ai fenomeni che si prefigge di spiegare, nuove porte si aprano a cui vale la pena di bussare.


La relatività generale suggeriva l’esistenza di corpi celesti così compatti che l'intensità del loro campo gravitazionale avrebbe deformato lo spazio-tempo fino a creare un pozzo talmente profondo da impedire a qualsiasi forma di materia o di radiazione di fuoriuscirne. Ovviamente sto parlando dei buchi neri che, come saprete bene, per quanto ancora avvolti da molti misteri, sono quanto vi è di più concreto in astrofisica.


Ma inizialmente Einstein stesso restò molto scettico. Nel 1939, scrisse una lettera ad un collega in cui descriveva questi mostri come "oggetti fisici ridicoli", a causa delle conseguenze bizzarre e controintuitive previste dalla relatività generale.


Nel 1967, il fisico John Wheeler coniò il termine "buco nero", e le conferme sperimentali della loro estistenza arrivarono in gran numero a partire dagli anni '70, inizialmente solo in maniera indiretta tramite l’osservazione di fenomeni gravitazionali che avvenivano attorno a qualcosa di apparentemente non visibile, e poi, nel 2019, il telescopio Event Horizon offrì al mondo la prima "foto" di un buco nero supermassivo, annidato al centro della galassia M87.


Ma i buchi neri non sono l’unica predizione in conseguenza della teoria della relatività generale.

Einstein predisse anche l'esistenza di onde gravitazionali che si sarebbero prodotte in seguito alla deformazione dello spazio-tempo provocata dal movimento accelerato di oggetti con una grande massa. Mentre questi oggetti si muovono, la curvatura dello spaziotempo si adatterebbe in funzione del loro cambiamento di posizione, creando un effetto simile a quello delle onde concentriche sulla superficie dell'acqua quando vi viene gettata una pietra.

Facendo l’analogia con le onde elettromagnetiche, che già allora si sapeva fossero prodotte da particelle cariche accelerate, Einstein predisse che le onde gravitazionali sarebbero state anch’esse prodotte da masse accelerate e si sarebbero propagate alla velocità della luce nel vuoto fino a grandi distanze dal punto di formazione.


Ma anche l’esistenza delle onde gravitazionali fu a lungo dibattuta e, di nuovo, lo stesso Einstein cambiò più volte opinione in merito, diviso tra l’ipotesi che questi fenomeni avessero effettivamente un'esistenza fisica e quella che fossero soltanto un artefatto matematico.


Per dimostrarne l'esistenza, e rilevare le eventuali piccolissime fluttuazioni dello spazio-tempo prodotte da queste onde, fu necessaria la costruzione di interferometri laser di altissima precisione. Ad oggi ne esistono solo 2 in tutto il mondo, e si tratta dei progetti VIRGO, in provincia di Pisa, e LIGO negli stati uniti, ai quali si prevede si aggiungeranno a breve altri 2 interferometri, i progetti LISA americano, e KAGRA giapponese.


Il 14 settembre 2015, i ricercatori di LIGO e VIRGO hanno annunciato di aver rilevato in maniera diretta le onde gravitazionali prodotte dalla collisione di due buchi neri supermassivi, situati a 1,3 miliardi di anni luce di distanza dalla Terra.


Buchi neri e onde gravitazionali: fenomeni la cui esistenza, se non fosse stata predetta dai calcoli della teoria di un uomo, sarebbe stata difficile anche solo da immaginare, e forse non si sarebbero neppure mai dispiegati tutti gli sforzi di ingegneria per costruire quegli strumenti complessi per provarne empiricamente l’esistenza. E’ vero che la nostra vita sarebbe stata uguale, ma in realtà, queste scoperte che prese singolarmente potrebbero apparire superflue, sono tappe verso altre conoscenze sempre più profonde. Gravitoni, materia oscura, tutti tasselli di un puzzle infinito che la scienza prova incessantemente a ricomporre per capire i fenomeni della natura che ci circonda e di cui facciamo parte.


Il fatto che Einstein stesso abbia esitato a prendere una posizione in merito, testimonia il fatto che non avesse la volontà o un bisogno particolare che buchi neri o onde gravitazionali esistessero. La teoria della relatività aveva già fatto il suo lavoro, aveva già regalato al mondo delle conoscenze maggiori, con o senza buchi neri. Ed è un po’ il contrario di quanto accade per certe discipline lontane dalla scienza, che basano spesso la loro credibilità sul carisma e la capacità di persuasione delle persone che le sostengono, piuttosto che sulle evidenze e sui risultati empirici che sono in grado di dimostrare.


Einstein morì nel 1955, senza poter assistere alla scoperta che i mostri predetti dalla sua teoria… esistevano davvero.



CACCIATORI DI (PIANETI) FANTASMI.


Con la scoperta di Urano nel 1781, il numero di pianeti conosciuti nel sistema solare salì a sette. Mentre gli astronomi erano intenti ad osservare questo nuovo pianeta appena scoperto, notarono ben presto delle irregolarità nella sua orbita che si spostava leggermente da quanto previsto dalla solida legge della gravitazione universale di Newton. E si cominciò dunque a sospettare della presenza di un ottavo pianeta con una massa molto grande e che avrebbe dunque interferito con l’orbita di Urano.


Gli astronomi Urbain Le Verrier, in Francia, e John Adams, in Inghilterra, tramite il calcolo determinarono, in sedi separate, la massa e la posizione di questo ipotetico pianeta, e sulla base delle loro previsioni, nella notte tra il 23 e il 24 settembre 1846, l'astronomo tedesco Johann Galle fece le prime osservazioni del nuovo pianeta, Nettuno, che si trovava esattamente là, con appena un grado di scarto da dove gli astronomi avevano predetto si trovasse.


Nettuno fu il primo pianeta ad essere cercato e scoperto in un punto ben preciso del cielo, secondo quanto previsto dai calcoli matematici delle leggi della fisica.


Il primo ma non l’ultimo. Perché anche l'orbita di Nettuno sembrava presentare anomalie che aprirono le danze di quella che passerà alla storia come la caccia al pianeta X. Ma questa volta la sfida sarebbe stata un po’ più tosta perché il corpo celeste che si sarebbe finito per trovare era Plutone, il cui diametro era circa un ventesimo di quello di Nettuno, e, contrariamente a tutti gli altri pianeti allora conosciuti, la sua orbita era molto eccentrica, nonché molto inclinata rispetto al piano dell'eclittica su cui invece si trovavano tutti gli altri pianeti. E ciò lo portava a trovarsi decisamente dove non si sarebbe mai cominciato a cercare.


Ma ancora una volta sarà il calcolo a trovarlo.


Nel 1906, l'astronomo americano Percival Lowell iniziò la sua ricerca del pianeta X, un obiettivo che purtroppo non riuscì mai a raggiungere nonostante i suoi sforzi. Dopo la sua morte nel 1916, la missione venne continuata da Clyde Tombaugh che nel 1930, dopo mesi di osservazioni e più di 20’000 foto scatate, trovò finalmente quel piccolo corpo celeste che si muoveva attraverso il cielo notturno oltre l’orbita di Nettuno.


L'esistenza di Nettuno e Plutone, 2 corpi celesti ad oltre 4 miliardi di chilometri dalla terra, è stata dapprima sospettata osservando fenomeni che non corrispondevano a quanto atteso dai calcoli, e poi confermata concretamente cercando questi fantasmi là dove gli stessi calcoli prevedevano si dovessero trovare.


Se questa storia non darà i brividi a tutti, pensate per un attimo a questi uomini che, giorno dopo giorno, notte dopo notte, alla luce d'una lampada che rischiara fogli riempiti di formule matematiche, cercano per mesi di scoprire qualcosa di assolutamente ignoto. Un nuovo pianeta. E un giorno, facendosi largo tra le altre decine di migliaia di punti luminosi, indicano un zona del cielo precisa al millimetro, e vi trovano il fantasma che cercavano… come se aspettasse paziente di essere scoperto da oltre 4 miliardi di anni.



LA PROFEZIA DELLA PARTICELLA DI DIO.


Spesso e volentieri potreste aver sentito definire la massa come la quantità di materia presente in un corpo.

In una conversazione tra amici potrebbe anche passare, visto che, tra l’altro, è così che la si concepiva fino a qualche secolo fa. Ma in realtà è la Mole la grandezza fisica che definisce la quantità di materia, mentre la massa è qualcosa di molto più complesso da definire. Nel corso della storia della fisica, in particolare della fisica classica, la massa è stata dapprima considerata una proprietà intrinseca della materia che si conservava nel tempo e nello spazio, rimanendo costante in ogni sistema che non interagisse con l’ambiente circostante. Poi, con la teoria della relatività, la massa non era più una proprietà assoluta di un oggetto, ma dipendeva piuttosto da altri fattori come lo stato di moto, cioè la velocità, e l’energia complessiva del corpo, il tutto espresso dalla nota formula E = mc² … che si trasforma in m = E/c²


Ma con l’avvento della fisica quantistica la massa prende un significato ancora diverso, e diventa il risultato di un'interazione tra le particelle di cui la materia si compone e un'entità misteriosa che sarebbe presente ovunque nell’universo. Come un fluido che le particelle elementari attraversano costantemente e con cui in certe occasioni una sorta di calamita le fa interagire. Maggiore è l’interazione di una particella con il fluido tramite questa calamita, maggiore sarà la sua massa, mentre le particelle prive di interazione, come i fotoni, rimarranno prive di massa.


In questa rappresentazione semplificata, il fluido misterioso corrisponde a quello che in fisica quantistica è conosciuto come il “campo di Higgs” che pervade l’universo intero, mentre la calamita corrisponde al Bosone di Higgs, il vettore che lega il campo alle altre particelle conferendo loro la proprietà di possedere una massa.


Mi permetto di segnalarti che questa analogia semplicistica potrebbe provocare una forte contrarietà in seno a dei veri fisici teorici.

Sì, ma è probabile che la maggior parte di noi comuni mortali apprezzerà il non aver spiattellato tutta la complessità del bosone di Higgs.


certo che voi umani senza esempi terraterra non capite veramente un benemerito ...!

Non è questo il punto! La cosa incredibile di questa scoperta consiste nel fatto che Peter Higgs propose l'esistenza dell’omonimo campo nel 1964 utilizzando calcoli matematici basati sulla teoria quantistica dei campi per spiegare il motivo per cui alcune particelle elementari avessero una massa, mentre altre no.


Higgs sviluppò un formalismo matematico per descrivere l’interazione fra il campo, il bosone e le particelle elementari, ma addirittura in un primo momento la rivista scientifica "Physical Review Letters", ne rifiutò la pubblicazione poiché riteneva che la teoria mancasse troppo di evidenze sperimentali.


Ma 50 anni dopo, nel 2012, il CERN di Ginevra annunciò al mondo di aver rilevato una particella elementare che corrispondeva al bosone di Higgs, confermando così sperimentalmente le previsioni dello scienziato.


Alla luce di questa proprietà di trasformare le particelle in materia conferendo loro una massa, il bosone di Higgs fu definito dal fisico americano Leon Lederman “The God Particle”: la particella di Dio. Un titolo pesante da portare, che farebbe di Peter Higgs il profeta che ne annunciò la rivelazione.


Ma Higgs dichiarò di non condividere questa espressione, trovandola potenzialmente offensiva nei confronti delle persone religiose e facendo onore a quell’umiltà che distingue uno scienziato, dai Guru e dai sedicenti rivelatori di verità occulte.



CONCLUSIONE.


Il ruolo che tengo qui davanti a voi, intento ad esaltare gli exploit predittivi della scienza, non significa necessariamente che io guardi con disprezzo ad ogni tipo di approccio alternativo, anche quando poco ha di scientifico.

Perché se tra gli esponenti di certe teorie o di certe pratiche vi sono moltissimi ciarlatani che condanno senza la minima indulgenza poiché coscienti di mentire al fine di un interesse personale e a danno di chi ripone ingenuamente fiducia in loro, sono altresì convinto che vi siano molte persone che credono davvero nelle pratiche che propongono, e divulgano in buona fede il loro sapere e le loro esperienze.

In fondo, se vogliamo, non è molto diverso da quanto sto facendo io su questo canale.


E allora perché proporvi la scienza come chiave della comprensione del mondo e dei fenomeni che ci circondano, anche di quelli più inspiegabili?


Non immaginereste mai i personaggi che la mia curiosità mi ha spinto ad incontrare a quattr’occhi e che ho ascoltato attentamente con sincero interesse, mentre mi parlavano della loro capacità di percepire cose a me inaccessibili, di parlare con esseri che esistevano in altre frequenze vibratorie o di visualizzare mondi onirici, ma al tempo stesso reali, attraverso i cosiddetti viaggi astrali.


In alcuni casi, mi sono persino augurato che riuscissero a scalfire quella mia corazza di scetticismo e riuscissero a farmi vedere quello che loro vedevano, percepire quello che loro percepivano e credere quello in cui loro credevano. Perché il loro mondo sarebbe stato infinitamente più affascinante del mio e di quello che la scienza delinea. Il loro mondo mi avrebbe fatto sperare di rivedere un giorno le persone care che ho perso per sempre. Il loro mondo mi avrebbe lusingato del fatto che angeli e demoni si battessero per la mia anima come per qualcosa di prezioso. Il loro mondo mi avrebbe fatto sentire meno solo pensando che altri esseri più elevati potessero esistere al nostro fianco, vegliando sul nostro futuro. Mi avrebbe permesso di visitare mondi paralleli in cui magari Roberto Baggio dava ancora un senso alle domeniche sportive.


Ma ogni qualvolta sono andato con le migliori intenzioni ad attingere a questo pozzo, e forse l’ho fatto molto più di alcuni di voi, non ho trovato nulla che estinguesse la mia sete di risposte. Non ho trovato nulla che mi convincesse come la scienza poteva fare, malgrado tutti i suoi limiti puramente umani e terreni.


E allora siamo nel bel mezzo della vecchia domanda del se preferire una verità che disillude, o una bugia che dà speranza. Non biasimo e non giudico chi ha scelto di “credere” invece che “sapere”, ma io per il momento ho scelto la pillola rossa della scienza per uscire dal matrix delle credenze seducenti e per cercare invece di sapere tutto ciò che posso della realtà che mi circonda, senza false illusioni e qualunque sia la becera verità che mi si presenti.


E allora con questo racconto ho voluto farvi un invito che non inizia con un “credete a”, ma piuttosto con un “sappiate che”. Sappiate che le conoscenze scientifiche permettono talvolta di fare predizioni come il più impressionante dei veggenti, di scovare realtà nascoste come il più abile dei cacciatori di fantasmi o di spiegare come la vita sulla terra si è evoluta senza bisogno dell’intervento degli extraterrestri. Ma è chiaro che richiede più fatica che sedersi al banco di un sedicente mago.


Sarebbe presuntuoso escludere categoricamente che, in un futuro, alcune di queste teorie e pratiche alternative possano trovare riscontro in evidenze sperimentali inequivocabili e diventare così parte del sapere collettivo. Ma è senz’altro altamente più probabile che la maggior parte di queste continuerà a rappresentare quella pillola blu per nutrire illusioni di cui forse abbiamo disperatamente bisogno.


E nel frattempo, cari amici, aspettando con ansia che siate in grado, voi, di farmi credere ciò in cui credete, vi invito, io, ad cominciare ad appassionarvi di scienze.

A presto.



FONTI


https://fr.wikipedia.org/wiki/%C3%89quation_d%27Einstein

https://fr.wikipedia.org/wiki/Onde_gravitationnelle

https://www.nasa.gov/feature/175-years-ago-astronomers-discover-neptune-the-eighth-planet

https://it.wikipedia.org/wiki/Nettuno_(astronomia)

https://www.loc.gov/everyday-mysteries/astronomy/item/why-is-pluto-no-longer-a-planet

https://it.wikipedia.org/wiki/Plutone_(astronomia)

https://web.infn.it/atlas/il-bosone-di-higgs-e-la-massa-delle-particelle/

https://it.wikipedia.org/wiki/Bosone_di_Higgs#Saggi_divulgativi

https://www.ias.edu/idea-tags/black-holes

https://www.scienzeascuola.it/lezioni/chimica-generale/la-mole#:~:text=La%20mole%20si%20indica%20con,%2D12%20(12C).

What is the Higgs boson? https://www.youtube.com/watch?v=QG8g5JW64BA

 
 
 

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