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IL "GRANDE FILTRO" NELL'UNIVERSO.

Dernière mise à jour : 20 avr.

L’ipotesi scientifica del “Grande Filtro” suggerisce che, se non constatiamo la presenza di altre civiltà intelligenti e tecnologiche in altre parti del Cosmo, è perché qualcosa impedisce di raggiungere questo stadio evolutivo.

Un ostacolo o un pericolo così frequente, inevitabile e letale che nessuna specie vivente sarebbe mai riuscita a superarlo, almeno non abbastanza da espandersi oltre il proprio pianeta d’origine.


Quella del Grande Filtro è una delle teorie più affascinanti formulate in risposta al Paradosso di Fermi.


Ma dove si collocherebbe, allora, questo filtro nella storia evolutiva dell’umanità?

È forse una delle tante estinzioni di massa da cui la vita sulla Terra è riuscita a riprendersi, facendoci diventare una delle rarissime forme di vita ad aver già superato il Grande Filtro?


Oppure si trova davanti a noi, nel nostro futuro, lungo la scala di Kardashev, e ci stiamo andando incontro, ignari di come e quando si presenterà?


Quali sono le ipotesi? E quali le implicazioni?



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Esiste un’ipotesi scientifica secondo la quale, nell’universo, potrebbe esserci “qualcosa” che impedisce alle varie civiltà di espandersi oltre il proprio pianeta di origine. Un “grande filtro” che, come una spada di Damocle, incombe su ogni forma di vita intelligente, annientandola prima che possa raggiungere il livello tecnologico necessario per l'esplorazione cosmica e, potenzialmente, quindi, per contattarci.




LA SCALA DI KARDASHEV E IL GRANDE FILTRO.


Nel 1964, l’astronomo russo Nikolai Kardashev, propose per la prima volta un metodo per misurare e classificare il livello di avanzamento tecnologico, basato sulla quantità di energia che una civiltà è in grado di sfruttare.


Una civiltà di Tipo I è in grado di accedere a tutta l'energia disponibile sul proprio pianeta e di immagazzinarla per il consumo. (10^16 Watts)


Una civiltà di tipo II, invece, può consumare e catturare direttamente l'energia di una stella, probabilmente tramite l'uso di una sfera di Dyson, un'ipotetica mega struttura che circonda completamente la stella stessa. (10^26 Watts)


Una civiltà di Tipo III, infine, è in grado di catturare l'energia emessa dalla propria galassia e da ogni corpo celeste al suo interno: stelle, buchi neri, quasar, pulsar, e quanti altri. (10^36 Watts).


Ovviamente, questa classificazione di Kardashev è solamente teorica, poiché, a parte la civiltà umana, che nemmeno raggiunge ancora il livello di Tipo I, non sembrano esserci altre civiltà avanzate da classificare.


Il primissimo video di questo canale è stato dedicato al Paradosso di Fermi che, in breve, consiste nella contraddizione tra l'alta probabilità stimata dell'esistenza di civiltà extraterrestri intelligenti da qualche parte nel cosmo e la mancanza di prove di tale esistenza. In altre parole: se l'universo è così vasto e così antico, se dispone di una quantità vertiginosa di pianeti e di un tempo che sfiora l’eternità affinché la vita possa evolvere fino allo stadio tecnologico, perché non abbiamo ancora trovato segni di altre civiltà extraterrestri?


Dove diavolo sono tutti quanti? Questa è la domanda che sollevò il fisico Enrico Fermi.


Sono state formulate decine di teorie in risposta al paradosso, ma quella che sembra raccogliere il maggior interesse da parte degli appassionati di scienze è anche la più… inquietante: la teoria del Grande Filtro.


Questo concetto, sviluppato nel 1998 dal ricercatore americano Robin Hanson, suggerisce che se non constatiamo la presenza di civiltà di tipo II o III sulla scala di Kardashev è perché qualcosa impedisce di raggiungere questo stadio tecnologico. Un ostacolo o un pericolo così frequente, così inevitabile e così mortale che nessuna specie vivente è mai riuscita a superare per riuscire ad espandersi oltre il proprio pianeta di origine, almeno finora.


Capite che la domanda esistenziale che questa teoria impone è “dove si situerebbe questo filtro nella storia evolutiva dell’umanità”? E’ forse una delle tante estinzioni di massa da cui la vita sulla terra è riuscita a riprendersi e a ripartire, facendo di noi una delle rarissime forme di vita ad aver superato questo grande filtro?


Oppure il filtro si trova davanti a noi, nel nostro futuro sulla scala di Kardashev, e ci stiamo andando incontro, ignari di come e di quando si presenterà?




IL “FILTRO” ALLE NOSTRE SPALLE.


Quando guardiamo alla nostra storia, ed in senso più ampio alla storia del nostro pianeta, sappiamo bene che la vita, per apparire ed evolversi fino ad una civiltà tecnologica, è passata attraverso delle tappe e degli eventi così fondamentali e al tempo stesso così apparentemente casuali che è ragionevole chiedersi se uno di questi non sia stato il Grande Filtro, che noi siamo riusciti miracolosamente ed inconsapevolmente a superare.


In un altro video di questo canale abbiamo definito la vita sulla Terra come “una fortuna sfacciata”, e abbiamo fatto una riflessione su quali e quante fossero le condizioni astronomiche, chimiche e geologiche che si sono dovute susseguirsi affinché la vita potesse apparire e addirittura dare origine alla civiltà tecnologica di noi esseri umani.


La posizione del Sole nella galassia, la sua durata di vita, l’orbita della terra, la presenza della Luna, la presenza di un gigante gassoso come Giove nel sistema solare, la massa, la pressione e l’atmosfera della terra… sono tutte condizioni “particolari”, da considerarsi rare nel momento in cui si riuniscono tutte insieme.

E il non verificarsi di una di queste, potrebbe già essere un Grande Filtro.


Una volta formata la Terra, poco più di 4 miliardi di anni fa, la vita unicellulare è apparsa così rapidamente e in condizioni primordiali così ostili che la sua apparizione potrebbe non essere un miracolo di incredibile rarità e quindi possiamo probabilmente escludere questa tappa, questo passaggio, dai candidati al Grande Filtro. Forse non è qui che le storie di tutte le altre civiltà si infrangono.


Il passaggio dalla vita semplice procariota all’essere umano però, non ha nulla di scontato ed è anzi un altro percorso a ostacoli durato 4 miliardi di anni, costellato di eventi potenziali candidati a essere il Grande Filtro che stiamo cercando.


Il semplice passaggio dalla vita procariota a quella eucariota, ovvero da una a due cellule, ha impiegato 2 miliardi di anni. Per la prima metà della sua storia, la vita sulla Terra è rimasta allo stadio di una cellula che sguazza nel fango. E allora sì, l’Endosimbiosi, ovvero l’interazione tra due o più cellule che porta ai primi organismi pluricellulari, potrebbe essere il Grande Filtro. Un processo così indispensabile per l’evoluzione della vita ma così difficile da prodursi, che i nostri “antenati unicellulari” potrebbero essere gli unici ad averlo superarlo. I primi o i soli tra un’infinità di forme di vita su altri pianeti che, qui, si sono fermate.

La Terra potrebbe ospitare gli unici organismi eucarioti della galassia.


Ma la nostra ricerca del candidato al Grande Filtro non può esaurirsi qui, perché dall’apparizione dei primi organismi pluricellulari eucarioti alla civiltà tecnologica di noi Sapiens, passano altri 2 miliardi di anni in cui si è verificata un’infinità di eventi potenzialmente molto rari, ma indispensabili per l’evoluzione della vita.


La fotosintesi e l'aumento della quantità di ossigeno nell'aria fino a permettere la vita aerobica, la cosiddetta "esplosione cambriana" in cui, in pochi milioni di anni, appaiono improvvisamente la maggior parte delle prime forme di vita complessa, lo sviluppo della vita fuori dall'acqua, l'estinzione di forme di vita "forti ma stupide", come i dinosauri, e il prosperare di forme di vita "più deboli ma più intelligenti", come i mammiferi, capaci di creare gruppi sociali complessi, di sviluppare il linguaggio, di utilizzare strumenti e di padroneggiare il fuoco. Attenzione, niente fuoco, niente missioni spaziali 2 milioni di anni più tardi.


E, di nuovo, il Grande Filtro potrebbe trovarsi in uno di questi passaggi, e nell’estrema difficoltà a prodursi.


Ma non è finita qui, perché ci sono ancora altre tappe più recenti che potremmo far l’errore di sottovalutare e che sono in realtà fondamentali per arrivare ad una civiltà tecnologica: noterete che anche solo sul pianeta Terra non tutte le specie che potremmo definire intelligenti hanno raggiunto la scrittura, la lavorazione dei metalli, un sistema educativo per condividere le conoscenze più complesse, il metodo scientifico, la tecnologia ed infine la volontà di andare nello spazio. In qualche modo, tutte queste tappe sono il Grande Filtro di tutti gli altri animali intelligenti presenti sulla Terra, come scimmie, delfini, orche, elefanti, che si sono fermati ad uno stadio di intelligenza non sufficiente allo sviluppo di un programma spaziale.


Togliete anche solo uno di questi avvenimenti e la comparsa di una forma di vita tecnologica, capace di andare nello spazio, non sarebbe stata possibile.


Allora, in fin dei conti, cosa implicherebbe se il Grande Filtro fosse nel nostro passato? Beh, vorrebbe dire che, in un futuro ancora lontano e in un universo popolato da molte altre forme di vita più o meno intelligenti e autocoscienti, potremmo essere noi, Terrestri, i soli o i primi ad aver superato il Grande Filtro, ad affacciarci oltre il nostro sistema solare e a visitare le altre forme di vita.




UN FILTRO ALL'ORIZZONTE.


Il Grande Filtro di questa teoria è, per definizione, sconosciuto ed imprevedibile, poiché, se così non fosse, la varie civiltà potrebbero fare il necessario per evitare che si produca e che porti alla loro distruzione.


Pertanto, anche per noi, il cercare di identificarlo nel nostro passato o nel nostro futuro è qualcosa che possiamo fare soltanto a livello puramente teorico.


L'ipotesi che il Grande Filtro sia nel nostro passato è piuttosto rassicurante e lusinghiera. In qualche modo vorrebbe dire che ora la via è libera per prosperare e che siamo stati un pianeta baciato dalla fortuna.


Ma c'è anche l'altra possibilità, ovvero che nessuno degli eventi del passato che abbiamo citato finora sia il vero Grande Filtro e che, sparse su altri pianeti della galassia, moltre altre civiltà abbiano raggiunto e superato il nostro stesso stadio di sviluppo attuale, ma che siano tutte scomparse per una ragione che al momento ignoriamo, ma che presto o tardi finiremo per scoprire, quando sarà il nostro turno.


I film apocalittici di Hollywood ci fanno pensare a disastri nucleari, asteroidi, virus, eruzioni vulcaniche, glaciazioni, e chi più ne ha più ne metta… ma attenzione: in realtà è più probabile che il Grande Filtro non si trovi tra questi scenari. Perché…ne abbiamo già parlato in un altro video: tutte queste catastrofi e cataclismi, qualora dovessero accadere, avrebbero certamente il potenziale di distruggere completamente la nostra società, di farci tornare all’età della pietra o magari anche di sterminare il 99% della nostra specie… ma difficilmente potrebbero eradicarci definitivamente, per molte ragioni già discusse in un altro video. Dopo qualche anno, secolo o millennio, la vita intelligente ripartirebbe e riprenderebbe il suo corso.

Un break di qualche millennio è un battito di ciglia sulla scala dei tempi cosmici e dell’evoluzione.


Pensate solo alla grande glaciazione uroniana che trasformò la Terra in un deserto sterile per 300 milioni anni. Eppure, nonostante l’estinzione di massa, una volta sciolti i ghiacci, la vita ripartì.


Il Grande Filtro sarebbe allora qualcosa di molto più terrificante di tutto ciò che abbiamo già attraversato.

Sarebbe qualcosa di così pericoloso e di così inevitabile da distruggere tutte le civiltà che hanno tentato di colonizzare la galassia durante i miliardi di anni prima di noi.

E nessuna sarebbe mai sopravvissuta.


Come se, una volta che una specie avesse preso il controllo del proprio pianeta nel modo in cui stiamo facendo noi umani, avanzasse inesorabilmente verso la propria distruzione. Magari a causa di una tecnologia così ovvia che tutte le civiltà finiscono per scoprire, ma così pericolosa che tutte finiscono per uccidersi manipolandola. Ma anche vero che affinché una tecnologia abbia un tale potenziale distruttivo, deve prima poter attingere a una quantità di energia talmente vasta, che semplicemente non esiste sulla Terra.


Abbiamo anche già parlato della fine del Sole che segnerà inesorabilmente anche la fine della Terra. Ma, ovviamente, una civiltà capace di viaggiare nella galassia potrebbe tranquillamente fregarsene della fine del proprio pianeta d'origine… andrebbe semplicemente ad abitare su un altro.


E poi c’è il cambiamento climatico come candidato ad essere il Grande Filtro. Tutte le specie evolute, nello sfruttare le risorse del proprio pianeta, potrebbero averne inevitabilmente compromesso la stabilità climatica. Senz'altro un buon candidato, ma abbiamo anche detto che il Grande Filtro è, per sua natura, sconosciuto ed imprevedibile, mentre il riscaldamento globale è quanto di più conosciuto e anticipabile, poiché sappiamo bene quali sono le conseguenze di un continuo aumento delle temperature del pianeta. Allora è ragionevole sperare che l’umanità avrà l’intelligenza di fare il necessario e potrà così evitare che il riscaldamento globale diventi il Grande Filtro.


Non dire niente.


In ogni caso, se la teoria dell’esistenza di questo Grande Filtro fosse fondata, allora scoprire tracce di civiltà intelligenti e tecnologicamente avanzate su altri pianeti, potrebbe non essere necessariamente una gran bella notizia per noi.


Poiché, fintanto che si tratta solo di tracce di vita relativamente primitive ed estinte, niente di preoccupante. Ciò confermerebbe l’ipotesi che l’apparizione della vita unicellulare sia piuttosto comune nell’universo, ma che queste forme di vita hanno incontrato il Grande Filtro ad una tappa evolutiva che si situa nel nostro passato e che a noi… è andata bene.


Ma se scoprissimo che anche la vita intelligente simile alla nostra è piuttosto comune nel cosmo, beh allora le cose si farebbero un po’ più inquietanti, poiché risuonerebbe di nuovo forte la domanda: di tutte queste civiltà tecnologiche, perché nessuna ha mai raggiunto il livello di tipo II o III su scala di Kardashev dandoci un segno della propria esistenza? Scoprire che l’universo pullula di vita intelligente, potrebbe voler dire che il Grande Filtro che impedisce ad una civiltà di colonizzare la propria galassia o quanto meno di manifestarsi, si trova nel nostro futuro. Per noi, come per qualsiasi altra civiltà nostra pari.


E se poi scoprissimo l'esistenza di una civiltà molto più evoluta di noi ma di cui non rimangono che le rovine,… beh sarebbe veramente un brutto indizio.




CONCLUSIONE.


La teoria del Grande Filtro, sebbene offra una possibile ed affascinante spiegazione al paradosso di Fermi, non può essere considerata una teoria scientifica fondata nel senso tradizionale del termine, poiché si basa su speculazioni e ipotesi piuttosto che su dati verificabili.


La teoria del Grande Filtro è da considerare come una cornice concettuale che fornisce un modo per pensare al paradosso di Fermi, senza aver la pretesa di fare previsioni scientifiche che possano essere verificate o smentite.


Senza contare il fatto che, come molti di voi staranno già giustamente obiettando, è fortemente azzardato fare un quadro di come la vita possa evolvere nell’universo partendo dall’osservazione del solo caso a noi noto, ovvero quello del nostro pianeta.


Senza bisogno di essere eminenti scienziati, possiamo formulare molte altre spiegazioni in risposta al paradosso di fermi, forse più semplici e più pragmatiche dell’ipotesi dell’esistenza di un Grande Filtro.


Innanzitutto il filtro che spiegherebbe l’assenza di altre civiltà tecnologiche potrebbe non essere né Grande, né unico. Ovvero potrebbe consistere semplicemente nella rarità di quella concomitanza di eventi, situazioni e tappe evolutive che tutte insieme devono verificarsi affinché una civiltà raggiunga lo stadio di tipo II o III sulla scala di Kardashev e riesca a viaggiare attraverso la galassia.


Oppure, ancora più semplicemente, potremmo spiegare il grande silenzio che ci circonda con i limiti imposti dalle leggi della fisica che, contrariamente alle dinamiche variabili dell’evoluzione, possiamo considerare universali e valide ovunque nel cosmo. Le distanze tra gli astri sono tali che, in assenza di mezzi che permettano di viaggiare oltre la velocità della luce, è difficile pensare realisticamente che una civiltà, per quanto avanzata e anche qualora dovesse esisterne una oltre alla nostra, possa colonizzare pianeti oltre il proprio sistema stellare. E i viaggi superluminali, i wormholes e il motore a curvatura… mi dispiace, ma per il momento sono concetti che sembrano destinati a restare nel campo della fantascienza. Ma sottolineo, per il momento… perché alla scienza piace fare i conti con quanto sa in un dato momento, ma ama anche fare ipotesi su ciò che potrà sapere un giorno.


Nel frattempo, cari amici… continuate ad appassionarvi di scienze.

A presto.





FONTI:

https://en.wikipedia.org/wiki/Kardashev_scale

https://en.wikipedia.org/wiki/Dyson_sphere



 
 
 

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