DIVENTARE IMMORTALI. SMETTERE DI INVECCHIARE.
- Andrea
- 21 avr. 2023
- 11 min de lecture
Dernière mise à jour : 4 mai 2023
Come si può anche solo pensare di vincere la morte? L’unica certezza dei viventi.
Eppure questa possibilità sembra mettere d’accordo scienziati ed esperti di diverse discipline, e la ricerca scientifica impegnata nell’estensione della vita sta facendo progressi impressionanti sotto i nostri occhi, dando una dimensione molto reale all’eventualità che dei traguardi importanti possano essere conquistati in un futuro non troppo lontano.
Questo racconto spiega il pensiero transumanista, partendo dall’attuale aspettativa di vita dell’uomo e analizzando come questa potrebbe aumentare oltre ogni previsione grazie in particolare a 2 tecniche: gli studi sulla telomerasi e la recente scoperta delle cellule staminali indotte.
“la questione non è se tutto ciò avverrà, ma piuttosto quando“. Una frase ad effetto utilizzata spesso nel cinema per focalizzare la nostra attenzione non tanto sulla probabilità di un evento o sulla sua veridicità, quanto sulla nostra preparazione alla sua inevitabile venuta.
E il dibattito transumanista sulla possibilità di carpire il segreto dell’immortalità, a prima vista sembra strutturarsi proprio su questa falsariga. La questione non sembra essere se sarà possibile, ma piuttosto “come”, “quando” e “con quali conseguenze”.
IL TRANSUMANESIMO. ELUDERE LA MORTE.
Il cosiddetto “transumanesimo” è la corrente di pensiero che si propone di guidare l’umanità verso una condizione post-umana, utilizzando tecnologie avanzate per superare i limiti biologici dell’essere umano e con essi dunque le malattie, l’invecchiamento e, perché no, anche la morte.
Ma come si può anche solo pensare di vincere la morte? L’unica certezza dei viventi.
Eppure per quanto possa sembrarvi fantascientifica, questa possibilità sembra mettere d’accordo scienziati ed esperti di diverse discipline, almeno nella misura in cui nessuno sembra sostenere a spada tratta che tutto ciò sia impensabile.
Attualmente l’aspettativa di vita media di un umano è di 73 anni, con variazioni importanti tra le diverse aree geografiche: solo 65 anni in Africa, 73 in Russia e ben 81 anni in Europa. L’Italia con i suoi 84 anni si situa tra il 2ndo e l’8vo posto nel mondo, a seconda delle fonti. Il dipartimento degli affari sociali delle Nazioni Unite, basandosi sulle tendenze recentemente osservate, stima che nel 2100 l’aspettativa di vita dell’uomo aumenterà dai 5 ai 10 anni rispetto ad oggi.
Ma diversi fattori potrebbero cambiare le carte in tavola e stravolgere questa previsione.
Per esempio la linea gialla in questo grafico indica la possibilità che la vita umana sia arrivata al limite della sua estensibilità, e che per quanto le tecnologie possano progredire si scontreranno sempre e comunque con questo limite, portando a risultati sempre più marginali.
E poi abbiamo 2 scenari più estremi, per cui non è così scontato determinare quale sia il più probabile.
In basso abbiamo la curva rossa che rappresenta l’eventualità che nei prossimi anni l’aspettativa di vita media possa drasticamente diminuire, anziché aumentare, a seguito delle diverse minacce che si intravedono all’orizzonte: il riscaldamento globale, l’esaurimento delle risorse o le possibili guerre di portata mondiale.
E nella direzione opposta abbiamo invece la linea verde che rispecchia il pensiero dei transumanisti più convinti i quali prevedono che, a breve termine, ci sarà un cosiddetto “game changer”, ovvero un’impennata della durata di vita dell’uomo dovuta ad uno o a più avanzamenti scientifici maggiori.
In questo racconto che svilupperemo in 2 episodi, vi propongo una classificazione in 3 categorie delle possibili applicazioni della scienza alla causa transumanista.
APPROCCIO GENETICO-BIOLOGICO, che consiste nella comprensione del processo dell’invecchiamento al fine di intervenire per rallentarlo o inibirlo, conservando così il nostro corpo fisico il più a lungo possibile.
APPROCCIO TECNOLOGICO, che prevede invece l’intervento di nanotecnologie avanzate per curare malattie oppure per creare organi artificiali in sostituzione di quelli biologici una volta diventati inutilizzabili.
E poi c’è l’APPROCCIO POST UMANISTA, che, a differenza dei primi 2 che sono molto concreti, spinge molto lontano la riflessione ipotizzando diversi scenari in cui la coscienza umana è completamente trasferita in forme di esistenza che più nulla hanno a che vedere con la vita biologica.
L'INVECCHIAMENTO.
Ogni anno muoiono circa 60 milioni di esseri umani, 2500 moriranno mentre guardate questo video.
18 milioni all’anno muoiono per malattie cardiovascolari, in parte dovute alla malnutrizione poiché l’obesità uccide almeno quanto la fame. 9 milioni di morti sono dovute al cancro, 3 milioni all’inquinamento e alle malattie respiratorie che ne derivano ed altre 3 milioni di persone muoiono in seguito ad incidenti.
400 mila morti sono provocate da un altro essere umano, 13 mila dall’aggressione di un cane e 4 dall’attacco di uno squalo.
Statisticamente il vostro vicino di casa ed il suo cane, sono per voi infinitamente più pericolosi di uno squalo tigre.
Ma di questi 60 milioni di umani che muoiono ogni anno, più della metà avrà più di 70 anni, un'età oltre la quale la maggior parte delle malattie acquisisce una dimensione irreversibile ed irrecuperabile, diventando dunque un motivo di morte.
Quindi quando si parla di eludere la morte si tratta essenzialmente di evitare l’esito mortale delle malattie e dell’invecchiamento in generale.
L’organismo di un umano adulto è composto da milioni di miliardi di cellule. Ogni cellula possiede un nucleo all’interno del quale si trovano 23 coppie di cromosomi, che sono le strutture che contengono il DNA, ovvero il materiale genetico delle cellule che fornisce le istruzioni per la sintesi delle proteine fondamentali per la costruzione e il funzionamento dei tessuti del corpo.
La cellula provvede allo sviluppo e al mantenimento dell’organismo tramite un processo di divisione chiamato “mitosi” in occasione del quale il DNA della cellula madre viene replicato in modo che ciascuna delle nuove cellule contenga una copia esatta del materiale genetico. Durante la crescita di un bambino le cellule si dividono per aumentare in numero e sviluppare così i tessuti e gli organi, mentre nell’arco della vita adulta la mitosi permette la riparazione ed il rinnovo delle cellule del corpo con una frequenza che varia a seconda dell’organo. Le cellule della pelle, per esempio, si rinnovano ogni 3 settimane, circa mentre quelle del cuore ogni 20 anni. Ed è proprio grazie a questo ciclo di rinnovo che l’organismo mantiene la piena funzionalità ed evita la degenerazione dei tessuti dovuta all’invecchiamento.
Ma a quanto pare non siamo stati programmati per durare oltre un certo tempo.
Perché c’è un limite al numero di volte che le cellule dei viventi possono dividersi, ed è chiamato “limite di Hayflick”, dal nome dello scienziato che ne scoprì l’esistenza negli anni ‘60.
Una volta raggiunto questo limite, le cellule non si dividono più e i tessuti dell’organismo, privati del rinnovo cellulare, cominciano lentamente ma inesorabilmente a deteriorarsi.
Questo è l’invecchiamento, o almeno la sua fase finale.
Grazie alla ricerca scientifica degli ultimi cent’anni circa, oggi si conosce piuttosto bene anche il motivo fisiologico che determina l’arresto della divisione cellulare e quindi l’invecchiamento.
All’estremità dei cromosomi ci sono dei segmenti finali di DNA non codificanti, cioè che non contengono informazioni genetiche che determinano le caratteristiche di un organismo, ma che sono una chiave fondamentale nel processo di invecchiamento. Queste estremità sono i “telòmeri”, che se mi permettete un’immagine molto terra terra, potremmo comparare a quel pezzettino di plastica dura che si trova all’estremità dei laccetti delle scarpe per evitarne lo sfilacciamento.
Allo stesso modo i telòmeri svolgono un ruolo fondamentale nella protezione dei cromosomi durante la divisione cellulare. Ma ad ogni divisione i telòmeri si accorciano progressivamente, si consumano, e quando diventano troppo corti per proteggere i cromosomi, raggiungendo il limite di Hayflick, la cellula smette di replicarsi ed incomincia a deteriorarsi.
A questo punto le cellule entrano nella fase chiamata “senescenza” ed è a partire da qui che può cominciare tutta una serie di problemi legati all’invecchiamento: perché alcune di queste cellule senescenti seguiranno un ciclo naturale di morte programmata chiamato “apoptosi” in cui la cellula viene espulsa dal tessuto permettendo ad un organo di restare per così dire “pulito” , ma altre cellule invece, per diversi fattori, continueranno ad accumularsi nei tessuti, danneggiando le cellule circostanti, provocando infiammazioni o la possibile insorgenza di tumori.
La maggior parte delle malattie degenerative sono dovute proprio all’accumulo di queste cellule senescenti.
L’ELISIR DELLA TELOMERASI.
Riflettendo sul processo che abbiamo appena riassunto, per arrestare o invertire l’invecchiamento bisognerebbe giusto trovare il modo di ripristinare la lunghezza dei telòmeri o evitarne l’accorciamento. Questo permetterrebbe di oltrepassare, se non addirittura di eliminare, il limite di Hayflick e farebbe sì che le cellule continuassero a replicarsi e a rinnovare i tessuti per una durata indeterminata.
E la soluzione, più o meno, esiste già nel nostro organismo ed è la “telomerasi”, un enzima che ha un ruolo cruciale nella preservazione dei telòmeri durante la divisione cellulare poiché interviene per ripristinare la loro lunghezza.
Ma purtroppo in un umano adulto l’attività di questo enzima è limitata e con l’età diminuisce progressivamente fino ad arrestarsi.
Si potrebbe pensare di stimolarne la produzione così da far ripartire la divisione delle cellule e permettere una sorta di ringiovanimento dell’individuo. Questo sarebbe alla portata della scienza moderna.
Ed è esattamente quello che hanno fatto dei ricercatori di Harvard utilizzando dei topi come cavie. Questo famoso esperimento pubblicato nel 2010 ha dimostrato come l'attivazione della telomerasi abbia migliorato la funzione cardiaca e muscolare e abbia aumentato la durata della vita dei topi.
Promette bene vero? E da allora tonnellate di prodotti che si dicono a base di telomerasi hanno invaso il mercato, dalle creme per la pelle agli integratori alimentari, che se davvero vi verrà voglia di utilizzare vi consiglio fortemente di consultare prima un medico ben informato sull’argomento.
Questa della telomerasi è una via molto promettente e non è da escludere che un giorno possa rappresentare la chiave dell’elisir di lunga vita ma, dalle fonti che ho consultato, per il momento non è ancora chiaro se la riattivazione di questo enzima possa funzionare anche sugli esseri umani e soprattutto ci sono ancora molti interrogativi sui possibili effetti collaterali, potenzialmente molto gravi, come per esempio un rischio importante di sviluppare dei tumori.
Perché il tumore, nel suo orrore, non è altro che un gruppo di cellule che ha subito una mutazione e che ha trovato il modo di fare quello che vorremmo che cellule sane riuscissero a fare, ovvero diventare immortale proprio riattivando la telomerasi per proliferare senza nessun limite al numero di replicazioni.
E’ famoso il caso di Henrietta Lacks, una donna morta nel 1951 di un tumore dell’utero, le cui cellule cancerose sono tuttora studiate nei laboratori di tutto il mondo e proliferano ancora 70 anni dopo la sua morte senza mostrare nessun segno di invecchiamento.
E’ strano pensare che una delle chiavi dell’immortalità potrebbe trovarsi proprio nel cancro.
Per preservare i telòmeri e ritardare l’invecchiamento, per il momento l’unica certezza comprovata è la pratica di una certa igiene di vita, caratterizzata da una alimentazione sana, esercizio fisico regolare, riduzione dello stress, buona qualità del sonno e niente fumo, alcool o droghe varie.
Regole di buon senso che per quanto siano di comprovata efficacia, non saranno comunque la chiave della vita millenaria che insegue il transumanesimo.
RIGENERARE GLI ORGANI GRAZIE ALLE CELLULE STAMINALI.
I miliardi di cellule che compongono il nostro organismo possono avere forme e funzioni molto diverse fra loro a seconda dell’organo a cui appartengono e che compongono. Per esempio una cellula del cervello è molto diversa da una cellula del sangue, ed entrambe svolgono funzioni specializzate diverse tra loro.
Eppure, malgrado l’apparente differenza, tutte le cellule del nostro corpo discendono da un’unica cellula comune di partenza, derivante dalla fecondazione dell'ovulo materno e che tramite il processo di mitosi spiegato poc'anzi, si divide e si moltiplica fino a creare tutti i tessuti di un essere umano.
Questo processo in cui le cellule si specializzano per adempiere ai compiti dei vari organi è chiamato "differenziazione cellulare”.
E una cellula staminale è una cellula che non si è ancora specializzata e che possiede ancora la potenzialità di diventare la cellula di un qualsiasi organo o tessuto, svolgendone le relative funzioni. Una cellula jolly.
E si comprende dunque il grande interesse che la medicina rigenerativa riserva alle cellule staminali nel loro potenziale utilizzo per sostituire le cellule senescenti o danneggiate da malattie.
Ma purtroppo le cellule staminali umane non sono così semplici da reperire e non sono tutte uguali.
Le staminali cosiddette “pluripotenti” che possono specializzarsi in ogni tipo di tessuto o organo del corpo si trovano esclusivamente negli embrioni di soli pochi giorni di sviluppo.
E il problema è che prelevarle vorrebbe dire impedire all'embrione di svilupparsi e quindi ucciderlo.
Pertanto, per quanto promettente, la ricerca deve confrontarsi con delle questioni etiche non trascurabili.
La legge italiana pone il divieto assoluto di ogni sperimentazione e ricerca sulle cellule embrionali che non garantiscano la salute e lo sviluppo dell'embrione stesso.
E dunque quando sentite parlare del prelievo e della conservazione delle cellule staminali dei neonati, in realtà si tratta di quelle prelevate dal cordone ombelicale, non dall’embrione, e purtroppo non hanno lo stesso potenziale. Le cellule staminali del cordone ombelicale si dicono “multipotenti”, e non “pluripotenti”, e ciò significa che possono specializzarsi solo in alcuni tessuti, e nella fattispecie quelli sanguigni. Quindi, se è vero che rappresentano una speranza nella cura di malattie terribili come la leucemia e la talassemia… per la ricerca del nostro elisir di lunga vita… beh non serviranno a molto.
Ma la scienza non ha ancora detto la sua ultima parola.
Nel 2006 il medico biologo giapponese Shin'ya Yamanaka, ebbe un’intuizione straordinaria partendo dal fatto che le cellule di un individuo, per quanto specializzate e diverse tra loro, contengono tutte esattamente lo stesso DNA all’interno del loro nucleo, e per svolgere le funzioni specializzate a cui sono preposte si limitano ad utilizzare solamente le istruzioni di quel pezzo di codice genetico che le concerne. Un po' come se il musicista di un’orchestra avesse davanti a sé la partitura di tutti gli strumenti, ma leggesse solo lo spartito che gli interessa per suonare il suo strumento.
E allora Yamanaka pensò che per trasformare una normale cellula già differenziata in una cellula staminale pluripotente sarebbe stato sufficiente imporre alla cellula di leggere lo spartito, ovvero il pezzo di DNA, di una cellula staminale, per comportarsi come tale. Tentativo dopo tentativo, il giapponese trovò una combinazione di 4 geni ben specifici che, una volta iniettati in cellule differenziate, le trasformava in cellule staminali pluripotenti capaci di ri-specializzarsi in una qualsiasi altra cellula del corpo. Risolveva così il problema etico di doverle prelevare dagli embrioni.
Yamanaka ricevette il premio Nobel nel 2012 per questa sua scoperta rivoluzionaria che è conosciuta come la “tecnica delle cellule staminali pluripotenti indotte”, abbreviata con l'acronimo inglese IPS.
Nel 2014 i medici dell'Università di Kyoto hanno trapiantato cellule IPS, prodotte a partire da cellule della pelle, nella retina di una donna affetta da degenerazione maculare, una grave malattia che l’avrebbe portata alla cecità.
Le cellule staminali pluripotenti indotte potrebbero essere il primo capitolo di lunga storia transumanista.
CONCLUSIONE.
Con l’espressione “diventare immortali” in realtà vediamo che il dibattito scientifico, o almeno quello più sobrio, intende piuttosto un allungamento considerevole della durata della vita, magari anche di diverse centinaia di anni, ma senza comunque sottintendere una vera e propria vita eterna. E non si intende nemmeno il diventare degli esseri soprannaturali la cui morte si ottiene soltanto conficcando un paletto nel cuore, perché è ragionevole pensare che la maggior parte dei traumi come una caduta, un incidente o che ne so… l’annegamento… continueranno ad essere mortali nella misura in cui non lasciano il tempo di intervenire per evitare il sopraggiungere della morte.
Ma resta il fatto che la ricerca scientifica impegnata nell’estensione della vita sta facendo progressi impressionanti sotto i nostri occhi, dando una dimensione molto reale all’eventualità che dei traguardi importanti possano essere conquistati in un futuro non troppo lontano.
In questo episodio abbiamo percorso quello che abbiamo definito come l’approccio genetico-biologico, e di studi e terapie cellulari che mirano a preservare il corpo dalle malattie e dall’invecchiamento, in realtà ne bollono in pentola molte di più quelle trattate in questo video. Se vi interessa vi invito ad approfondire cercando cosa si dice sui lavori di David Sinclair e di Elizabeth Parrish che è nota per aver sperimentato su di sé la terapia della sua azienda BioViva per aumentare la produzione di telomerasi. Ma a parte questo caso autoreferenziato, il coinvolgimento di questo enzima nella proliferazione del cancro impone una grande cautela per la sperimentazione umana.
E poi c’è la recente bomba atomica di queste cellule staminali pluripotenti indotte, già sperimentata sull’uomo che promette di essere l’alba di una nuova era dove la medicina rigenerativa si presenta come baluardo dell’allungamento della vita, sconfiggendo molte malattie e magari anche l’invecchiamento.
Nel prossimo capitolo parleremo di un altro tipo di approccio alla ricerca dell’immortalità, in cui la fantascienza sembra davvero imporsi come una nuova realtà. E soprattutto, prima o poi, dovremo fare 2 chiacchiere anche su cosa comporterebbe il riuscire nell’intento di diventare degli esseri centenari. Quali conseguenze avrebbe sulla nostra società e sul nostro modo di concepire il tempo e la vita?
Vi do appuntamento al prossimo episodio, e nel frattempo cari amici, continuate ad appassionarvi di scienze.
A presto.
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Transumanesimo
Conferenza su “l’immortalità biologica” di Audrey Dussutour, ricercatrice al CNRS, 2020.
Conferenza “L’homme immortel, fantasme ou réalité?”, di Laurent Alexandre, 2015.
https://www.treccani.it/enciclopedia/cromosoma
https://it.wikipedia.org/wiki/Limite_di_Hayflick
https://it.wikipedia.org/wiki/Senescenza_cellulare
https://it.wikipedia.org/wiki/Apoptosi
https://it.wikipedia.org/wiki/Telomerasi
Mice with hyper-long telomeres show less metabolic aging and longer lifespans https://www.nature.com/articles/s41467-019-12664-x
Henrietta Lacks: science must right a historical wrong
https://www.nature.com/articles/d41586-020-02494-z
https://www.eurostemcell.org/it/cellule-ips-e-riprogrammazione-trasformare-ogni-cellula-del-corpo-una-cellula-staminale
https://fr.wikipedia.org/wiki/T%C3%A9lom%C3%A9rase#Applications_cliniques
https://cordis.europa.eu/article/id/87577-stem-cell-reprogramming/it
S. Yamanaka, “Induction of Pluripotent Stem Cells from Mouse Embryonic and Adult Fibroblast Cultures by Defined Factors” , 2006. https://www.cell.com/cell/pdf/S0092-8674(06)00976-7.pdf
https://www.eurostemcell.org/it/le-cellule-staminali-del-cordone-ombelicale-gli-attuali-utilizzi-e-le-sfide-future
https://it.wikipedia.org/wiki/Cellula_staminale_embrionale
http://www.voxdiritti.it/legge-40-vox-interviene-per-sostenerne-lilleggittimita
https://it.wikipedia.org/wiki/Shin%27ya_Yamanaka
https://stemcell.ny.gov/
https://worldpopulationreview.com/country-rankings/life-expectancy-by-country
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_life_expectancy
https://population.un.org/wpp/Graphs/Probabilistic/EX/BothSexes/900
https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/the-top-10-causes-of-death
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_causes_of_death_by_rate
https://ourworldindata.org/grapher/number-of-deaths-by-age-group




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