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GLI ALTRI UOMINI PRIMA DI NOI UOMINI.

  • Photo du rédacteur: Andrea
    Andrea
  • 15 févr. 2023
  • 8 min de lecture

Un viaggio nella preistoria che incomincia con la spiegazione della classificazione di Linneo in genere e specie, e poi percorre l’albero evolutivo che da un primate comune ha portato all’uomo moderno passando per le scimmie antropomorfe, i primi ominidi e le altre specie di uomo che hanno convissuto ed abitato il pianeta terra tra 2 milioni e 15 mila anni fa, prima che l’Homo Sapiens rimanesse la sola specie di uomo ancora vivente.


Il secondo episodio sul mistero dell’estinzione dell’uomo di Neanderthal: https://youtu.be/esIdNw3X4wA


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Negli ultimi 10 mila anni noi homo sapien ci siamo talmente abituati ad essere l'unica specie umana, dotati di quelle capacità intellettuali che, ammettiamolo senza mistificazioni, sono proprie solo agli umani, che fatichiamo a considerare la possibilità che altri esseri … umani, ma non appartenenti alla nostra specie, possano esistere.


e magari adesso ci dirai dove si sono nascosti...

alcuni si sono semplicemente estinti, altri li abbiamo forse sterminati volontariamente o involontariamente, ed altri ancora sono in qualche modo ancora tra noi.



GENERE E SPECIE.


Tutti coloro che si aspettano che il video parli di esseri misteriosi, come alieni, antichi astronauti, giganti, Elohim o unicorni… beh… spiacente, il video non parla di questo, ma restate pure… perché ho un racconto di scienze che potrebbe interessarvi.


Dobbiamo cominciare con un postulato di base: le scienze naturali classificano gli esseri viventi in macro gruppi denominati “Generi”, a loro volta suddivisi in gruppi più specifici che sono le “Specie”.


Questo binomio di Genere e Specie è conosciuto come la classificazione di Linneo, dal nome del naturalista svedese del diciottesimo secolo, Carl, Nilsson, Linnaeus.

In linea di massima, possiamo riassumere il concetto dicendo che i viventi appartenenti allo stesso genere hanno una serie di caratteristiche fisiche e genetiche che discendono da un antenato comune, ma non sono necessariamente compatibili per la riproduzione. Perché è invece a livello del sottogruppo della specie che i viventi possono riprodursi dando origine ad una progenie anch’essa fertile e capace dunque di riprodursi a sua volta per continuare la specie.


L'esempio più classico è quello del cavallo e dell’asino, entrambi appartenenti al Genere “Equus”, ma di due specie differenti, “Ferus Caballus” il primo e “Africanus Asinus” il secondo. Se è evidente che entrambi hanno un antenato equino comune che li raggruppa nello stesso Genere “Equus”, l’accoppiamento tra le due specie però darà origine al mulo, un ibrido quasi sempre sterile e quindi incapace di perpetrare autonomamente una specie di mulo a se stante.


E invece, paradossalmente un pastore tedesco e un chihuahua, apparentemente forse più lontani che un cavallo e un asino, loro possono accoppiarsi, poiché appartenenti alla stessa specie di “lupus familiaris”. Allora qui, probabilmente gli allevatori vi sconsiglierebbero fortemente di farlo, ma geneticamente parlando nulla gli impedisce di avere una progenie fertile, anch’essa “lupus familiaris”. Cani che fanno altri cani..


Noi, uomini odierni, apparteniamo tutti all’ORDINE dei Primati, alla FAMIGLIA degli Ominidi, al Genere Homo di cui siamo la sola specie ancora vivente: i Sapiens. Homo Sapiens, in latino: Uomo Saggio.


La modestia è veramente una qualità commovente di voi umani.

Un sofisma piuttosto diffuso ha portato ad immaginare una sorta di discendenza lineare che partendo da una scimmia antropomorfa nel lontano passato ha portato a noi uomini odierni passando da ominidi sempre più evoluti e direttamente discendenti dai precedenti. E così questa visione relegherebbe le altre specie di uomo a semplici tappe evolutive intermedie per arrivare infine all’Homo Sapiens, prodotto finito, inevitabile e quasi perfetto, l’ultimo aggiornamento del software. Come tutte le strade che portano a Roma, tutti gli uomini porterebbero al Sapiens.


Ma in realtà non è così, e sebbene non sia certo un segreto inaccessibile o ancora meno una rivelazione di questo video, diciamo che è un luogo comune diffuso che andrebbe rimosso con un più di convinzione dal sapere collettivo e talvolta anche dai libri di storia.


La verità è che in un periodo compreso tra 2 milioni e 10 mila anni fa, il pianeta terra ha ospitato ! contemporaneamente ! molteplici e diversi esseri umani, tutti appartenenti al Genere Homo, discendenti da un antenato comune, ma non tutti appartenenti alla specie dei Sapien.


Qui è giusto dire che la definizione precisa delle specie umane non ha sempre fatto l’unanimità fra i paleoantropologi: nel senso che vi sono stati ritrovamenti fossili che per taluni identificavano una nuova specie, mentre per altri si sarebbe trattato piuttosto di varianti di specie già conosciute.


Ma poco importa per la nostra storia, tra le tante cose su cui la scienza non si accorda, non vi è il fatto che l’uomo discenda da un primate comune alle scimmie. Eh si, i creazionisti non me vogliano ma… niente saggi barbuti che creano l’uomo dalla polvere, e niente costolette di uomo per creare la donna.


E se nuove scoperte e nuovi studi potranno in futuro affinare le nostre conoscenze in un senso o nell’altro è molto poco probabile che stravolgano completamente i fondamentali della teoria dell’evoluzione.



I RAMI EVOLUTIVI: DALLE SCIMMIE ALL’UOMO.


Nel 1983 in Germania viene rinvenuto “IDA”, il fossile di un animaletto simile agli odierni lemuri e vissuto circa 50 milioni di anni fa. Questa specie viene battezzata Darwinius masillae, appartiene all’ordine dei Primati, ed è considerato dai paleoantropologi come una forma transizionale, ovvero una tappa evolutiva intermedia, che porterà alle linee evolutive delle scimmie e degli uomini.


La ramificazione che ci separa dalle scimmiette con la coda avviene circa 25 milioni di anni fa, mentre il ramo che porta agli ilobati, i Gibboni, si separa circa 23 milioni di anni fa. Fra i 12 e gli 8 milioni di anni fa si separano da questa linea evolutiva i primi esponenti della famiglia degli Ominidi, i Pongidi (gli oranghi) e i Gorilla, mentre la ramificazione del Genere Pan, gli Scimpanzé e i Bonobo, se situa solo tra i 5-6 milioni di anni fa.


in parole povere: 5 milioni d'anni fa un ominide ha avuto 2 figlie... una è l’antenato di tutti gli scimpanzè, e l’altra è vostra nonna!

No…ma almeno rende l’idea.


4 milioni di anni, le cose si fanno interessanti per la linea evolutiva dell’uomo, quando appare in Africa un Primate Ominide di un nuovo genere: l'australopithecus, che inizia ad assumere, anche se non definitivamente, una posizione eretta, il che è una crocevia fondamentale perché è il primo passo per permettere agli arti superiori di svilupparsi per la manipolazione di oggetti invece che per la locomozione.


Esisteranno diverse specie di Australopiteco, tra cui l’Afarensis di cui fa parte il famoso ritrovamento del 1974, in Etiopa, chiamato Lucy, in riferimento alla canzone dei Beatles “Lucy in the sky” che gli archeologi stavano ascoltando al momento del ritrovamento.


Da qui, alcuni rami evolutivi si interromperanno e si estingueranno come per esempio è il caso per il genere dei Parantropi, un ominide non ancora “uomo” estinto circa 1 milione di anni fa, ed altri rami invece da qui porteranno al Genere Homo.


I PRIMI UOMINI.


I primi … !“Uomini”! risalgono a circa 2 milioni di anni fa:


da questo momento, ovvero dall’apparizione del Genere Homo, si fà comunemente partire il periodo chiamato preistoria.

Le specie di cui gli archeologi hanno rinvenuto più resti sono l’Homo Habilis e l’Homo Ergaster. Gli studi non sono tutti concordi nel disegno dell’albero evolutivo: taluni considerano l’homo Habilis sulla stessa linea evolutiva dell’Ergaster, altri invece lo situano su una linea parallela insieme al cugino Homo Rudolfensis. In ogni caso quella dell’Habilis è una linea evolutiva che si interrompe con l'estinzione 1,4 milioni di anni fa.


Homo Habilis e Homo Ergaster, coesistono nel tempo e nello spazio condividendo alcune zone dell’Africa: hanno ormai definitivamente assunto la posizione eretta anche se con una postura non ancora perfetta. Il volume del loro cervello era significativamente più grande di quello dei precedenti ominidi, dai 600 centimetri cubici dell’Habilis ai 900 dell’Ergaster, contro un massimo di 500 dell'australopiteco. Padroneggiano la creazione di oggetti in pietra, come il famoso chopper, una pietra scheggiata per renderla tagliente. È comunemente accettato che già l'Homo habilis avesse una significativa capacità di comunicazione, e che l'Homo Ergaster avesse la capacità di gestire una forma di linguaggio ancora più complessa.



IL SIGNORE DEL FUOCO: L’HOMO ERECTUS.


1,8 milioni di anni fa, una nuova specie di uomo migrò dall’Africa all’Asia colonizzando tutto il continente e anche parti dell'Europa. Era l’homo Erectus che estintosi circa 300 mila anni fa detiene il record di longevità per una specie umana.


1.7 milioni di anni di esistenza è un record che sicuramente voi homo Sapiens non supererete.

Grazie per la fiducia.


La capacità cranica de l’Homo Erectus era di poco superiore a quella dell’homo Ergaster, cioè dagli 800 ai 1000 cm cubici, aveva acquisito una perfetta postura eretta, e si ritiene che sia stato il primo a usare sporadicamente e poi ad addomesticare il fuoco.


La domesticazione del fuoco è forse l’evento più importante della preistoria.

Grazie al fuoco l’uomo poté difendersi da animali più prestanti di cui era stato la preda fino ad allora. Poté riscaldarsi e poté illuminare la notte, permettendo così un’accresciuta socializzazione attorno al focolaio notturno. Fondamentale fu anche la cottura degli alimenti, che permise la mutazione di una mandibola più ridotta, lasciando così più spazio all’evoluzione del cranio, e di un processo digestivo più rapido, lasciando così preziose energie disponibili per le attività cerebrali.


Grazie al fuoco l’uomo cominciò a risalire nella catena alimentare. Senza contare che il fuoco fu il passo primordiale verso la lavorazione dei metalli… che in un lontano futuro da qui permetteranno all’uomo di diventare una civiltà tecnologica.



IL CROCEVIA: L’HOMO HEIDELBERGENSIS.


Probabilmente discendenti dirette dell'homo Ergaster, fanno la comparsa 2 nuove specie: l’Homo Antecessor, in spagna tra 1.2 milioni e 800 mila anni fa e soprattutto l’Homo Heidelbergensis, vissuto tra 600 e 100 mila anni fa e di cui sono stati ritrovati resti in europa, asia e Africa, che testimoniano della creazione delle prime lance primitive. Entrambe queste specie hanno una capacità cranica di circa 1100–1200 cm cubici, oramai non lontana dai 1350 cm dell'uomo moderno.


Si ritiene che l’Homo Heidelbergensis sia l’ultimo antenato comune tra l’Homo Sapiens e le altre Specie eurasiatiche.



LO HOBBIT: L’HOMO FLORESIENSIS.


Ci siamo quasi all’homo Sapiens, ma prima di parlare di noi andiamo a dare un occhio a cosa succede in Indonesia tra 200 mila e 15 mila anni fa, appare una specie di uomo molto particolare: L’homo floresiensis, dal nome dell'isola di Flores su cui sono stati rinvenuti i resti. Un uomo nano, ribattezzato simpaticamente l’hobbit, alto poco più di un metro e con una scatola cranica di meno di 400 centimetri cubici, più piccola di quella degli scimpanzé e dei Gorilla; eppure questo non gli impedì di lavorare la pietra come gli altri uomini ed avere una sviluppata forma di cultura. L’Homo floresiensis ha convissuto con noi Homo Sapien arrivati sull’isola a partire da 46 mila anni fa, e si è probabilmente estinto proprio a causa della competizione con l’uomo moderno.


GLI UOMINI PIÙ EVOLUTI DELLA PREISTORIA.


Eccoci arrivati al periodo tra 300 mila e 30 mila anni fa, appaiono e si sviluppano durante questo tempo le 3 specie di Uomo più evolute di sempre: l’Uomo di Neanderthal in Europa, l’Uomo di Denisova in Asia, e l’Homo Sapiens in Africa. Le prime 2 si estingueranno nell’oblio circa 30mila fa, poco dopo essere entrate in contatto con l’Homo Sapiens, che invece si espanderà nel mondo intero nel corso dei millenni che si seguiranno.



IL MISTERO DELL’UOMO DI NEANDERTHAL


A questo punto del video avrete già capito che l’immagine dell’uomo di Neanderthal con la bava alla bocca e la clava in mano è pura fantasia. Il Neanderthal aveva un cervello più voluminoso di noi Sapiens, e non era solo padrone del fuoco, abile cacciatore ed artigiano, ma ci ha lasciato anche forme d’arte, riti di sepoltura nonché la prova di una struttura sociale che nulla aveva da invidiare ai cugini Sapien. Gli archeologi hanno persino ritrovato diversi scheletri di Neanderthal che hanno vissuto lunghi anni con gravi handicap fisici, prova che quest’uomo prendeva cura dei propri malati. Nulla aveva del selvaggio.


Allora come mai si estinse? Aveva armi evolutive al pari dell’Homo Sapiens. Ma uno è diventato un Dio in terra in un lampo di appena poche migliaia di anni… e l’altro è funestamente uscito di scena in altrettanto breve tempo.


Non perdete il seguito nel prossimo episodio di cui vi lascio il link in descrizione, e nel frattempo… cari amici, continuate ad appassionarvi di scienze.

A presto.




FONTI


https://it.wikipedia.org

“Sapiens: A Brief History of Humankind”. by Yuval Noah Harari (2015)

https://www.amazon.com/Sapiens-Humankind-Yuval-Noah-Harari/dp/0062316095

https://it.wikipedia.org/wiki/Ibridazioni_tra_esseri_umani_arcaici_e_moderni#:~:text=Il%20DNA%20derivato%20dai%20Neanderthal,derivato%20dall'uomo%20di%20Denisova.

“A Draft Sequence of the Neandertal Genome” by Richard E. Green, Johannes Krause e Adrian W. Briggs (2010)

https://www.science.org/doi/10.1126/science.1188021

Néandertal – Enquête sur une disparition – Les Dossiers de la Recherche – N°24

La nouvelle histoire des hommes disparus – Science et Vie – N°235

Extinction de Néandertal – Etude du CNRS publiée en Décembre 2008

“Neanderthal nu” - di Ludovic Slimak

https://www.focus.it/scienza/scienze/uomini-e-piante-dominano-la-terra

https://www.theguardian.com/environment/2018/may/21/human-race-just-001-of-all-life-but-has-destroyed-over-80-of-wild-mammals-study

https://www.unife.it/interfacolta/lm.preistoria/insegnamenti/paleontologia-umana/materiale-didattico-1/anno-accademico-2016-17/i-primi-ominini-2016-2017.pdf

Walking With Lucy | California Academy of Sciences

https://www.calacademy.org/


 
 
 

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